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IL NOVECENTO. LOTTE SPIRITUALI, DRAMMI DELL’ANIMA… 4a parte

Friedrich Wilhelm Christian Kaulbach, Incoronazione di Carlo Magno, 1861

In copertina: Friedrich Wilhelm Christian Kaulbach, Incoronazione di Carlo Magno, 1861

IL NOVECENTO. LOTTE SPIRITUALI, DRAMMI DELL’ANIMA, FERITE NEI CORPI.
LE PROVE DELL’ANIMA COSCIENTE IN EUROPA

Europa delle nazioni, Europa dei popoli
(quarta parte)

(Trascrizione, non rivista dall’autore, di un incontro tenuto da Giorgio Capellani il 16 febbraio 2020)

(…segue dalla terza parte)

Quindi… il passaggio verso la cittadinanza, verso l’elemento dell’individualità libera dalla stirpe, quando inizia ad avvenire?  Dopo la venuta del Cristo: «Chi non abbandona la propria madre e i propri fratelli non potrà essere mio discepolo.».

Rudolf Steiner dice che il Cristo non ha nulla contro i parenti, non è necessario prendersela con i parenti! Ma non è nell’elemento di sangue, che si può trovare l’elemento caratteristico dell’individualità, perché lo spirito non è più legato al sangue. E affermare che lo spirito non è più legato al sangue è veramente complesso…

Pensate ai giorni nostri, al dibattito sullo ius soli e lo ius sanguinis, ad esempio: è un tema estremamente attuale. Da un certo punto di vista sembra un fantasma che viene dalle nebbie del passato, non è una discussione che dovrebbe essere adeguata per individualità che vedono solo nell’elemento spirituale la caratterizzazione dell’uomo.

Vedete bene che il superamento della tribù e della stirpe non l’abbiamo ancora raggiunto, non l’abbiamo ancora superato. Attenzione, però: se cerco il superamento della tribù e della stirpe in modo ideologico …. ritorno all’inizio, non faccio storia, non comprendo la natura. Quando posso, infatti, superare veramente l’elemento della stirpe? Quando riesco a comprendere nell’uomo la natura spirituale. Se resto nell’ambito della pura manifestazione, rimango in un ambito in cui uno zoologismo razzista, come quello nazionalsocialista, è possibile … nell’ambito della pura manifestazione è assolutamente possibile. E questa sarà proprio l’ossessione del nazionalsocialismo, come vedremo.

Ancora una volta vediamo che se lo studio della storia è sintomo, e quindi il riconoscimento del superamento della stirpe non è un elemento evolutivo della manifestazione, ma è l’elemento spirituale che si mostra per la sua propria natura, siamo davanti ad un passaggio epocale – che può avvenire solo con la figura del Cristo. Solo l’elemento cristico, solo l’elemento spirituale, che dà all’uomo la possibilità di avvicinarsi coscientemente, individualmente, alla propria natura spirituale, può essere la strada. Altrimenti….

Questa è una profonda riflessione: il pregiudizio ideologico, ad esempio di fronte a un razzismo, non porta a nulla, porta ad una contrapposizione ideologica, ad una contrapposizione fra etichette. L’unica cosa che può sconfiggere il razzismo è una concezione che porti l’uomo a riconoscere autonomamente la propria natura spirituale, perché nel momento in cui riconosco che l’uomo è caratterizzato da una natura spirituale che si manifesta … parlare di razza diventa un non-senso logico, diventa una teoria indimostrabile. Cosa che invece, come abbiamo visto, per l’Antica Atlantide o per l’antica tribù germanica era a fondamento della propria natura e della propria vita.

Scusate se rischio di essere un po’ pedante, ma capite che non ne usciamo sulle polemiche, razzismo o non-razzismo o altro, se non diciamo veramente le cose come stanno. L’uomo è un essere spirituale, quindi quello è ciò che importa, non l’ambito della sua temporanea e transitoria manifestazione. Se poi vi aggiungiamo un ulteriore passaggio, che è l’elemento della reincarnazione – cioè che l’uomo deve attraversare diversi stadi, periodi di manifestazioni – capite bene che parlare di razza perde definitivamente di significato. Lo spirito non è un elemento, lasciatemi dire, culturale, è di una profonda valenza pratica, e ci dimostra che alcuni fatti estremamente pratici possono venir solo superati e oltrepassati con una vera concezione spirituale del mondo.

Altrettanto interessante è notare alcuni altri fatti, nel modo attuale di studiare la storia: ad esempio, gli storici italiani – e noi tutti li abbiamo studiati – parlano delle invasioni barbariche, mentre per gli storici tedeschi sono le migrazioni di popoli. È estremamente interessante, estremamente bello! Poiché dagli storici germanici, la nascita dei regni romano-barbarici viene vista come una grazia! Oramai l’elemento romano era in pieno disfacimento, la cultura romana aveva raggiunto la decadenza (e se guardiamo qualche biografia dei Cesari, dove è stata violata scientemente la sapienza dei misteri, abbiamo la trasformazione dell’elemento umano in un elemento decadente)… il Colosseo ne è l’esemplificazione, lì abbiamo veramente l’individualità umana degradata.

Dal punto di vista della civilizzazione, in queste interazioni tra popoli, in queste migrazioni di popoli, si può vedere in realtà un elemento salvifico per l’elemento europeo e per quello romano, proprio perché i Germani non diventano più mercenari al servizio dei Romani, ma in un certo qual modo si confrontano sempre di più con l’elemento romano decadente e lo rivitalizzano. Se pensiamo alla civiltà Longobarda …. è una civiltà meravigliosa per l’Italia, è proprio una rivitalizzazione di alcuni elementi da un periodo di profonda ed incredibile decadenza.

Tempietto longobardo, Cividale del Friuli

Tempietto longobardo, Cividale del Friuli

Ho portato apposta un esempio provocatorio, però questo fatto delle migrazioni dei popoli è interessante… e potrebbe anche darci chiavi di lettura sulle attuali migrazioni. Attenzione: affrontare le migrazioni di popoli con buonismo e ideologismo fa venire la nausea… è una cosa insopportabile! Ma affrontarle come una necessità, come una vicenda spirituale, è una cosa diversa: non perché sia più nobilitante, ma perché corrisponde a una realtà. Che cosa portano le migrazioni di popoli, ad un Occidente oramai completamente disanimato? Quale opportunità è stata, per l’impero romano, il contatto con quelle civiltà? (insomma in Germania non ci andava nessuno, mangiavano male, puzzavano i capelli, erano gentaglia…), ma che opportunità è stata, per la civiltà europea…? Anche in questo caso, cambiare prospettiva ci può aiutare a comprendere gli elementi della storia.

Vediamo un altro fatto interessante: noi siamo abituati a immaginare Carlo Magno come un salvatore della patria. Ma ci sono stati anche 4.500 Sassoni decapitati in un colpo solo, perché non si volevano convertire – ci sono state deportazioni da pelle d’oca. In una volta sola, un popolo intero di 10.000 persone, una tribù, venne presa e ‘deportata’. Le guerre sassoni sono le prime grandi deportazioni della storia, e Carlo Magno, nelle guerre sassoni, ne ha fatte veramente di tutti i colori.

Le guerre sassoni sono state essenzialmente guerre di religione … e anche questo ci mostra come la guerra di religione sia proprio un passaggio tra l’antico tribalismo – il passato – e il contatto con l’elemento cristiano, che diventa, in questa pur forzata ‘conversione’, un’opportunità di civilizzazione. Infatti il Cristianesimo, poi rivisitato in chiave germanica, sarà un elemento evolutivo estremamente importante per tutta l’Europa e per tutto il divenire della civiltà. Ma è importante, è bello, anche dal punto di vista storico, togliersi un po’ di… film: Carlo Magno ci piace tanto, ma ne ha fatte di ogni colore!

Al proposito apro una breve parentesi, vi racconto un aneddoto interessante, accaduto proprio nella scuola Waldorf. In un cortile, Rudolf Steiner parlava con un maestro, che diceva, indicando un altro maestro: «Caspita, gli alunni gliene stanno facendo di tutti i colori, è una situazione veramente impossibile!» E Steiner rispose: «Certo, si ricordano di quando loro erano Sassoni!». È stato pubblicato un libro sull’origine della scuola Waldorf, in cui si parla di come proprio la cultura sassone e la cultura franca si siano trovate in alcune anime all’inizio della formazione della scuola.

Il periodo di Carlo Magno è un periodo storico molto particolare, a cui succede la nascita dell’Impero.  Il Sacro Romano Impero, in realtà, nella sua visione, è un impero di tipo germanico: l’Impero Franco, che alcuni storici considerano per un certo periodo come parte integrante del Sacro Romano Impero, in realtà è già regno di Francia. Il Sacro Romano Impero è l’impero di Svevia – di Corradino di Svevia, di Federico I e di Federico II il Barbarossa.

Tutta la cultura dell’Impero è la cultura, cristianizzata, dell’elemento germanico che s’innesta proprio nel cuore dell’Europa. Nel cuore dell’Europa, al contrario del regno di Francia e del regno di Gran Bretagna, dove i Sassoni avevano portato l’elemento germanico (infatti si dice Anglo-sassoni…); dove l’elemento nazionale è nato molto presto, in realtà il potere imperiale è un potere federale, è un potere molto diverso da quello degli Stati nazionali e si contrappone in modo estremamente virulento al papato, la visione imperiale si contrappone a quella papale (ricordo a questo proposito che l’umiliazione di Canossa da parte dell’imperatore con la famosa Matilde, è un fatto importantissimo…).

In questi fatti, se li guardiamo dal punto di vista della sintomatologia storica, ritroviamo ancora una volta l’elemento dell’egoità. Mano a mano il cristianesimo perde questo suo elemento, diciamo così, propulsivo dell’individualità, e viene in un certo qual modo sclerotizzato dall’elemento del diritto romano. L’elemento cattolico diventa una metamorfosi del diritto romano in ambito spirituale … A questo, l’impero si oppone in modo pesante, poiché al contrario, nell’impero è particolarmente vivo l’elemento dell’individualità: si crea quindi un grandissimo contrasto, che poi perdurerà anche nella storia successiva.

Dal punto di vista mitologico abbiamo proprio in quest’epoca una nuova mitologia, o meglio abbiamo delle nuove figure – di cui sempre si occuperà Wagner, ma in particolar modo fanno pare del ciclo cortese e Wolfram von Eschenbach con il suo Parsifal ne è l’esempio più alto – che sono proprio le figure di Parsifal e Lohengrin. Parsifal è il nuovo iniziato.

Notate bene, è bellissimo l’inizio di Parsifal, dove Parsifal è senza padre, allevato da Herzeloyde in completa dimenticanza di ogni usanza di sangue o di famiglia. Anzi, Herzeloyde lo tiene separato dal mondo della cavalleria perché avendo perso il marito, vuole tenerlo completamente separato dal mondo della tribù, dal mondo del sangue, dal mondo della guerra.

Parsifal viene chiamato “lo stolto”, viene poi mandato nel mondo da Herzeloyde vestito con la pelle d’asino, vestito malissimo affinché il mondo in un certo qual modo lo rifiuti. È il primo gradino dell’iniziato, appunto: senza patria, senza casa, senza amici, non fa parte di una tribù.

È estremamente interessante vedere l’ingresso di Parsifal nel mondo: in modo goffo ruba l’anellino alla dama e la seduce, combatte, ammazza cavalieri di tutti i colori, si fregia poi dell’armatura del cavaliere rosso… Si presenta da Re Artù in modo un po’ goffo, ma mette tutti in riga perché hanno mancato di rispetto alla dama di cui lui protegge l’onore.

Ma arrivato per la prima volta al cospetto di Anfortas (perché gli avevano consigliato: «Non fare troppe domande, sii educato») non chiede ad Anfortas della sua sofferenza, il perché della sua ferita. La scena di Eschenbach è meravigliosa, viene descritto tutto questo passaggio dalla notte nel castello del Graal –  dove vede i cavalieri e le dame a corte – al mattino, quando tutto è deserto. Parsifal si sente perso e comprende fin da subito che nella sua incapacità di aver domandato, nella sua incapacità di essere stato un’individualità, nell’aver rispettato la tradizione che gli viene in un certo senso imposta («Non far troppe domande, comportati in modo educato»)…. Parsifal comprende il suo grande dramma.

Così inizia a vagare fino al momento in cui capita dall’eremita, Trevrizent, e grazie all’eremita, colui che lo fa ricongiungere con la propria interiorità e anche grazie ad altre vicende – bellissimo il parallelo con la vita di Galvano, un’altra figura spirituale – Parsifal sarà in grado di tornare al castello del Graal e a chiedere ad Anfortas: «Che cosa ti affligge?».

E nel chiedere, nel porre questa domanda: «Che cosa ti affligge?» abbiamo un elemento di profonda iniziazione. Oltre ad essere senza patria, senza casa, l’Io di Parsifal inizia a risuonare con l’Io di un altro uomo. Il terzo livello di iniziazione è quando l’individualità dell’uomo sente l’Io dell’altra persona come se fosse il proprio – Rudolf Steiner usa questa frase: “Quando l’uomo sentirà i dolori del mondo come i propri dolori…” – ed è l’esperienza di Parsifal.

Dal punto di vista letterario-artistico l’esperienza iniziatica del sentirsi risuonare con l’individualità spirituale degli altri uomini è nella domanda che Parsifal finalmente pone ad Anfortas … e il cammino di tutta la vicenda del Parsifal è un cammino di purificazione, è il cammino dei cavalieri del Graal, è il cammino dei cavalieri Templari, che sul piano storico custodiscono e portano in Europa la cultura, la civiltà del Santo Graal. Civiltà del Santo Graal che poi si trova in Lohengrin, il cavaliere del cigno…. e il cigno è il simbolo dell’iniziazione, di un’iniziazione ancora più alta, in quanto è l’iniziazione che dalla dimensione individuale sfocia in una dimensione sociale.

Walter Crane Lohengrin, 1895

Walter Crane Lohengrin, 1895

Lohengrin è colui che porta l’impulso del Graal… si parla dell’epoca dei Comuni, delle comunità che fondano le città: la figura di Elsa di Brabante, intesa come anima del Medioevo europeo, in un certo qual modo fecondata castamente dall’impulso di Lohengrin, è proprio questo elemento dell’individualità spirituale che porta il fondamento di città basate sull’individualità umana.

Anche qui è interessante come l’Impero, che nasce in questa forma centrale, si dissolva: rimane un elemento formale, però nascono le città, nasce questo ulteriore elemento dell’anima cosciente che arriverà da lì a poco a manifestarsi…. E dove? Nel cuore dell’Europa. Quindi vedete che il cuore dell’Europa, il centro, è proprio questo laboratorio – ed è questo il compito vero del centro Europa – per la manifestazione dell’Io dell’uomo. Ancora una volta le vicende di Parsifal e di Lohengrin, e quindi ancora l’elemento mitologico, ci vengono in aiuto.

Nella prosecuzione delle vicende abbiamo quello che allora fu il più grande dramma per l’Europa, definito come la più grande tragedia della Germania: epidemie, otto milioni di morti, calo demografico, la Germania devastata… la più profonda guerra di religione – ancora una volta una guerra di religione -che nasce dall’impulso all’individualità: dopo la riforma Luterana, abbiamo l’Io che si pone in modo autonomo di fronte alla Scrittura, di fronte all’elemento dogmatico del papato.

La vera ragione della Guerra dei Trent’anni è in questo deflagare… (perché si potrebbe pensare che è una questione di causa ed effetto: la Francia non vuole essere tra i due Asburgo, i Luterani non vogliono che i sudditi professino la stessa religione del principe, la Svezia…) certo … questo c’è nell’ambito della manifestazione, ma dal punto di vista sintomatico la Guerra dei Trent’anni rappresenta proprio lo scontro, ancora una volta, dell’individualità che vuol trovare autonomamente la via verso lo spirito, che vuole quindi affrancarsi dall’elemento statico, dogmatico, giuridico che oramai si era trasferito all’interno del cristianesimo cattolico.

Il cattolicesimo è completamente irrigidito in questo suo elemento di forma. Attenzione, ho parlato di cattolicesimo, non di cristianesimo. È interessante vedere come la riforma Luterana voglia, da un certo punto di vista, reinterpretare lo spirito del Graal, lo spirito dell’individualità che autonomamente vuole avere accesso allo spirito. Dire: «Io voglio interpretare le letture e non credo all’interpretazione delle letture», caspita, più individualità di così! Poi è chiaro, nella vicenda storica i toni non sono così netti, però nella Guerra dei Trent’anni abbiamo proprio questa deflagrazione che ancora una volta avviene nel cuore, nel centro dell’Europa.

Cito, a titolo di esempio, un fenomeno drammatico: la caccia alle streghe, le migliaia di donne che vennero bruciate per atti di stregoneria – fu veramente una delle pagine più buie della Guerra dei Trent’anni, oltre alle devastazioni, alle epidemie e a tutto il resto che avvenne.

Dopo la Guerra dei Trent’anni – e qui è interessantissima questa bella foto dopo il congresso di Vienna – ovviamente Napoleone porta un grandissimo scompiglio, nel senso che porta questo elemento, direi di metamorfosi della cultura del Sud in un elemento imperiale profondamente sciovinista. Come sappiamo Napoleone ha investito l’Europa con tutte le sue guerre ed è interessantissimo come nelle indagini sui Nessi karmici, Rudolf Steiner dica: «Ho indagato a fondo sull’individualità di Napoleone e non sono riuscito a trovare nulla». Questa testimonianza di prima mano di Rudolf Steiner ci parla di questa enigmatica figura dell’impulso napoleonico, che poi vedremo si metamorfoserà.

Però il centro rimane completamente frantumato: ducati, 34 principati e 4 città libere, tutti diversi. I due principati più grossi erano appunto gli Asburgo, e quindi l’Austria, con fuori l’Ungheria, il Lombardo-Veneto e tante altre cose, e l’elemento della Prussia, ma tutti gli altri erano Stati, staterelli, città libere …

Il moto profondo che era maturato in altri Paesi come elemento di stato nazionale, in Germania era ancora altamente immaturo e bisognerà attendere il 1871, con la proclamazione dell’Impero tedesco nella sala degli specchi di Versailles – dopo che i Francesi ebbero la triste idea di dichiarare guerra alla Germania, e ne uscirono sonoramente sconfitti – affinché la Germania diventi per la prima volta una Nazione. È interessante vedere un parallelismo con la nascita della Nazione Italiana, ad esempio, e come la Germania abbia contribuito in maniera determinante alla nascita dell’Italia: la seconda e la terza Guerra d’indipendenza sono state clamorosamente perse dagli Italiani (il Veneto, ad esempio, è stato acquisito perché la Germania, dopo averlo tolto all’Austria con la famosa battaglia di Sadowa, lo donò alla Francia e la Francia all’Italia).

Quindi rileggere il Risorgimento e rileggere il parallelismo delle storie che riguardano la formazione della Nazione Italiana e della Nazione Germanica è interessante anche per comprendere quello che succederà dopo, in particolar modo nella Prima guerra mondiale. È quindi solamente nel 1871 che abbiamo la nascita di una Nazione Tedesca, che nasce con due grandi forze:

  • la nascita che viene posta all’inizio, a cavallo tra il ‘700 e l’800, da Goethe, Herder, Schelling da tutta la filosofia idealistica – Fichte, Schelling, Hegel – e quindi da tutto il fiorire di questo meraviglioso nuovo pensiero diciamo così germanico, da un lato;
  • e gli echi degli antichi Nibelunghi, dall’altro. In particolar modo negli Hohenzollern della gerarchia prussiana, nel sistema degli Junker, abbiamo un’antica eco dell’epoca dei Nibelunghi, di antichi spiriti che vivono all’interno della Germania.

Questo è interessante poiché sono due spinte in un certo qual modo incompatibili, che non riescono a collaborare tra loro. Bismarck incarna proprio la nascita di una Germania, però non sotto il segno di Goethe, ma sotto il segno dei Nibelunghi. Questo è un passaggio estremamente delicato, perché cambia completamente le sorti, cambia il futuro del centro Europa e getta delle ombre, che poi vedremo concretizzarsi con altri contributi, in particolar modo dal mondo anglo-sassone (ne parleremo la prossima volta).

In questo snodo, c’è l’importantissima vicenda di Kaspar Hauser, che viene a porsi nella città di Norimberga. Nel 1828, a Norimberga, appare la figura di un giovane zoppicante, vestito male, che sembra completamente spaesato, gli danno un poco di carne e di birra che subito vomita, mentre subito dopo gli daranno un po’ di pane e acqua, che invece riesce a tollerare molto bene. La sua è un’apparizione nell’Europa del tempo, a Norimberga in particolar modo, che desta grande scalpore. Kaspar Hauser viene dapprima ospitato da un professore di Liceo, il signor Daumer, il quale inizia ad occuparsi di lui, e così Kaspar inizia a inserirsi nella vita, a scrivere – c’è qualche suo acquerello – inizia in qualche modo a parlare e inizia nello stesso tempo a ricordare.

Disegni attribuiti a Kaspar Hauser. La maggior parte degli originali si trova ora nel Museo dei Margravi di Ansbach

Disegni attribuiti a Kaspar Hauser. La maggior parte degli originali si trova ora nel Museo dei Margravi di Ansbach

Iniziano ad affiorare alcuni ricordi, nella vita di Kaspar Hauser, di una detenzione all’interno di una torre, in cui non poteva stare in piedi, in cui doveva stare in ginocchio … di un’infanzia passata completamente da solo al buio, mangiando pane e acqua – ecco perché a poco a poco si è dovuto riabituare ad altri  cibi – e con alcune figure, in particolar modo la figura di un uomo e la figura di una donna, che ogni tanto, molto raramente, lo andavano a trovare.

La vicenda è molto lunga, c’è un bellissimo libro di Feuerbach (edito da Adelphi), che fu il primo a occuparsi di Kaspar Hauser, e racconta la vicenda di quello che fu chiamato il fanciullo d’Europa… e nasce da subito un sospetto: che Kaspar Hauser fosse vittima di un crimine dinastico. Dicono che Kaspar Houser fosse – e alcune prove del DNA lo dimostrano – figlio di Stephanie di Beauharnais, nipote di Napoleone, alla quale dopo le guerre napoleoniche era stato dato il ducato del Baden. Era un ducato di confine tra la Germania e la Francia e i legittimi eredi del ducato del Baden erano i figli di Stephanie. Solo che il primo figlio venne ucciso, e il secondo figlio dicono che fosse Kaspar Hauser. La seconda signora che noi vediamo nel dipinto è Luisa Carolina di Hochberg, che in assenza di figli di Stephanie avrebbe fatto governare suo figlio Leopoldo, come poi in realtà successe.

Quindi abbiamo un crimine dinastico, ma se illuminiamo la cosa da un punto di vista scientifico spirituale, vediamo che la figura di Kaspar Hauser doveva incarnare proprio dal punto di vista dinastico questo elemento dello spirito tedesco in contrasto con l’elemento ritardatario dei Nibelunghi. Dal ducato del Baden doveva nascere dal punto di vista dinastico un’opportunità, anche nella manifestazione sensibile, per la manifestazione di un nuovo regno, di una nuova qualità della Germania. Quindi questo imprigionamento, chiamato “imprigionamento occulto”, mostra come in realtà Kaspar Hauser non sia stato ucciso subito, proprio per evitare un’immediata successiva incarnazione, e come sia stato ritardato il sorgere delle facoltà dell’Io, evitando che avesse una stazione eretta. In questa reclusione forzata c’è in un certo qual modo un imprigionamento che ha impedito in Kasper Hauser il manifestarsi di alcune forze spirituali.

Peter Tradowsky ha scritto un bellissimo libro sull’enigma di Kaspar Hauser, dove dal punto di vista scientifico spirituale dà tutte le spiegazioni del caso. L’aspetto inquietante della vicenda è che Lord Stanhope, esponente di alcune logge anglofone (nella prossima giornata vedremo il ruolo delle logge anglofone nell’evoluzione del centro Europa), va a Norimberga, avvicina Kaspar Hauser, lo adotta e subito dopo averlo adottato lo abbandona. È una storia estremamente strana, questa di Lord Stanhope. Kaspar Hauser dopo essere sfuggito – appena arrivato Stanhope, stranamente – a un primo tentativo di assassinio, nel 1833 viene avvicinato da uno sconosciuto che lo invita, dicendogli: «Ti dirò chi sei», e viene poi pugnalato a morte, nel 1833.

Nel libro di Feuerbach non c’è tutta questa parte, però c’è quest’analisi della possibile appartenenza alla famiglia dei duchi del Baden. Nel libro di Tradowsky e di quanto lasciato da Rudolf Steiner, si ha invece la visione completa del dramma spirituale che rappresentò l’assassinio di Kaspar Hauser per tutta l’Europa – un assassinio che ha occupato le cronache fino ai giorni nostri. Nel 1997 Der Spiegel pubblicò un articolo dove veniva rilevata una non corrispondenza del DNA con del sangue trovato sui calzoni di Kaspar Hauser, mentre due anni dopo un altro istituto prese i capelli di Kaspar Hauser e trovò una compatibilità con il DNA di Stephanie Beauharnais.

Oltretutto nei due anni successivi venne trovata nella cripta dei duchi del Baden una bara con il secondo bambino di Stephanie Beauharnais, che dicevano essere nato morto, vuota. Quindi ci sono anche alcuni indizi della storiografia di questo cold case del 1800 estremamente circostanziati…. Oggi viene quasi universalmente riconosciuto che Kaspar Hauser fu vittima di un crimine dinastico. Al di là del crimine dinastico – in sé ne sono successi molti altri – l’imprigionamento dell’individualità di Kasper Hauser ha proprio questa particolarità: di essere stato perpetrato con profonde conoscenze occulte del divenire dell’individualità dell’uomo. Rudolf Steiner dedica a questo fatto parecchie parole. Per chi fosse interessato, raccomando il libro di Tradowsky perché racconta in dettaglio la vicenda spirituale di quest’altissima individualità. Nella prossima puntata entreremo in dettaglio.

Oggi ho voluto tratteggiare, dare qualche spunto per portarvi questo elemento di continuità dal passato e per buttare qualche seme su alcune parole che diventeranno tristemente famose nel ’900. A questo punto, capite bene, e lo ribadisco, che parlare di razza nel ’900, senza comprendere qual è il significato di razza nell’antica evoluzione dell’uomo, può essere interpretato come una stranezza, come qualcosa di veramente inconcepibile. Ripeto: a leggere nel Main Kampf che lo Stato deve essere fondato su un elemento di purezza razziale, vien da chiedersi: «Che cosa sta scrivendo, costui»?  Se ci capitasse in mano un libro senza sapere quello che è poi successo dopo, si direbbe: «Da dove vien fuori questa cosa? Cosa vuol dire»?

Queste sono alcune domande alle quali tenteremo di rispondere … entreremo proprio nel vivo della storia europea, in particolar modo per comprendere che cosa è successo dalla proclamazione dell’impero tedesco nella sala degli specchi di Versailles, dal 1871 al 1914. Sarà ovviamente meno suggestivo, ma più approfondito, dovremo analizzare alcuni aspetti specifici perché è una vicenda, come vedremo, estremamente complessa! Vi invito a cercare sui manuali di storia la versione che viene data della Prima guerra mondiale, per poter poi fare un confronto con la versione che cercheremo di comprendere qui, sulla Prima guerra mondiale.

Spero di non avervi disorientato troppo… chi si aspettava il Novecento andrà a casa deluso … ma come in tutti i telefilm, vi ho già dato il richiamo alla seconda puntata: chi non verrà alla seconda e alla terza puntata si perde il meglio!*

 

Domande…

 

* si riferisce ai due successivi incontri in programma, poi tenuti on-line nell’autunno 2020