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Pedagogia Steiner Waldorf

Scuola Waldorf

Pedagogia infantile

La pedagogia steineriana *

* brano tratto dalla pubblicazione "La pedagogia steineriana e gli interrogativi che essa suscita" di Alberto Schiavi

   

La psico-pedagogia steineriana

 

Il ciclo di sviluppo dal bambino all’adulto distinto per settenni

 Il I° settennio e lo sviluppo della volontà

 

Il primo settennio è il più ricco e il più delicato. Ogni impressione sensoriale ha una ripercussione sul bambino che va a modellare i suoi organi fisici e il sistema nervoso. È il periodo della formazione di miliardi di sinapsi tra i neuroni di ogni circonvoluzione del cervello. Più ricche sono le sue esperienze sensoriali più il suo equipaggiamento cerebrale ne trarrà profitto: più profonda e diversificata si rivelerà la percezione dell’ambiente, più feconde di nuovi sviluppi saranno le sue esperienze.È il periodo che Konrad Lorenz chiama di «formazione dell’apparato immagine del mondo». È necessario che gli adulti, genitori ed educatori, facciano vivere il bambino in un ambiente il più possibile sereno e armonioso, perché è il periodo in cui delle esperienze spiacevoli e agevolmente superabili da un adulto, vengono assorbite senza filtri e vengono vissute come traumi suscettibili di offrire terreno fertile a posteriori complessi. È il periodo altresì dello sviluppo della volontà, della fantasia e dell’imitazione durante il quale gli adulti vengono visti dal bambino come degli esseri superiori e pertanto da imitare e fonte di ispirazione nelle prime esperienze sull’ambiente. La principale attività educatrice di questo periodo è il gioco, un’attività che il bambino conduce “seriamente” perché in esso esercita le forme nascenti della volontà e la libera espressione di essa. [...]

 

Il II° settennio e lo sviluppo della sensibilità

 

Il secondo settennio inizia con il cambiamento dei denti. Nell’interiorità del bambino si aprono il varco due esigenze fondamentali: sviluppare una sensibilità etica e il bisogno di conformarsi a un modello autorevole. Da ciò l’esigenza che l’educatore sia un’autorità che si impone per saggezza e per nobiltà d’animo. Si risveglia la sensibilità alle categorie del buono, del bello e del vero, di cui il maestro rappresenta il depositario e dispensatore. Egli deve sorvegliare l’espressione dei suoi giudizi, delle sue opinioni e dei suoi gusti e offrire al bambino conoscenze sotto una forma appropriata a questa accresciuta sensibilità che tende alla consapevolezza. Il formarsi della memoria non avviene più per via puramente imitativa e perciò praticamente inconscia, ma tramite nozioni sotto forma di immagini artistiche. Grande importanza acquistano perciò l’arte e l’educazione artistica: disegnare, modellare, scolpire, recitare favole e declamare testi poetici accompagnano le materie tradizionali esposte anch’esse in una forma artistica e creativa.

 

Il III° settennio e lo sviluppo del pensiero

 

Il terzo settennio è l’età in cui si manifesta l’esigenza di acquisire un’indipendenza morale nei confronti dei genitori e del mondo degli adulti in concomitanza allo sbocciare delle pulsioni sessuali. È anche il periodo in cui lo sviluppo del pensiero logico prende il sopravvento sulle altre facoltà e fa sì che esso si eserciti in modo sistematico nei confronti della scuola, della famiglia e della società. Esso riflette il bisogno di trovare dei motivi per agire in virtù di un ideale. Il maestro, l’insegnante deve essere in grado di indicare e di guidare il giovane alla comprensione degli eventi del mondo e della storia. [...]