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TRA DESTINO E LIBERTÀ – Recensione

Tra destino e liberta' - fondamenti di scienza karmica - Rudolf Steiner - copertina

TRA DESTINO E LIBERTÀ

Fondamenti di scienza karmica

di Rudolf Steiner (Edizioni Rudolf Steiner Milano)

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Certe recensioni sono inutili

Certi libri non dovrebbero essere recensiti: la decisione di leggerli dopo averli acquistati dev’essere un fatto individuale… questo è il significato del titolo un po’ irriverente che ho scelto. Le opere di Rudolf Steiner sono fra questi, che rappresentano una categoria a sé. Va in tale direzione anche il trafiletto a p. 159, che nel presentare Steiner ci dice: La scienza dello spirito di Rudolf Steiner non può essere né un movimento di massa, né un fenomeno elitario. Da un lato è solo il singolo individuo che in piena libertà può decidere di farla sua, e dall’altro questo individuo può tener salde le sue radici in qualsiasi strato della società.

Io onestamente mi sono trovata in difficoltà, leggendo questo libro per recensirlo, senz’altro prima di tutto per inadeguatezza mia. Difatti, mi dico, si organizzano «gruppi di lettura» per le opere di Steiner, in cui si viene guidati tra questi pensieri complessi: è richiesta una lenta stratificazione di conoscenze che – con l’interessamento verso le stesse – non si può improvvisare! E appunto l’antroposofia non è un fatto culturale, intellettuale o di moda, ma è una visione del mondo alla quale si comincia a interessarsi sempre più, partendo da una domanda individuale che magari non c’è ancora… In questo caso la domanda sarebbe: come nella mia vita si intrecciano destino e libertà?

Sorge gratitudine verso chi organizza e conduce gruppi di studio, seminari, convegni, che sta lì ad attendere che in noi nasca quella domanda. E un grazie va anche a Pietro Archiati per la Prefazione a questo libro, che è in effetti una sintesi indispensabile per addentrarsi nelle sei conferenze che seguono.

Un adorabile elefante

Vista la difficoltà ho pensato di partire da quel che ho capito!, se anche fosse poco, da qualche parte si deve pur partire… Per esempio le illustrazioni: erano in origine disegni alla lavagna di Steiner, e mi immagino le persone presenti nel 1924 a guardarlo mentre lui disegnava. Sono bei disegni, che sempre evocano qualcosa in noi… Forse perché «parlano» a un livello diverso?, forse accennano alle idee che ci stanno dietro, e quelle sono massimamente artistiche?

In questo volume (così scrive Archiati) sono sintetizzate le principali leggi del karma e come di consueto Steiner si trova a dover ripetere le nozioni fondamentali: anzitutto che noi abbiamo quattro corpi e non solo uno. Ecco perché ci disegna questo elefante di p.46 (poteva disegnarci una farfalla, un koala, e invece no: un elefantino!, che meraviglia!)

Disegno alla lavagna di Rudolf Steiner - Elefante

«… trovandoci a vivere in un territorio nel quale, per le caratteristiche di quel luogo, può svilupparsi un elefante, saremo in presenza delle stesse forze che danno all’elefante la sua forma. […] Quell’atmosfera agisce realmente sull’uomo. Solo che vi agisce in modo diverso che sull’animale, poiché l’uomo ha anche altre qualità, altri elementi costitutivi, di cui l’animale è privo. Se così non fosse, anche l’uomo diventerebbe un elefante. Egli però non lo diventa». p.47

Questa dev’essere importante

Il disegno di p.75 sembra lo scarabocchio di un bambino, eppure…

Disegno alla lavagna di Rudolf Steiner - Karma e Libertà

«[…] va bene, nella vita abbiamo un certo campo di libertà
e tutt’intorno la necessità karmica, perché anch’essa esiste:
abbiamo un certo ambito di libertà racchiuso in sé
e tutt’intorno la necessità karmica». p.75

La vedete, l’isoletta di libertà nel mare della necessità? Quell’isola – che per ogni persona avrà dimensioni e caratteristiche diverse – sono io stessa che me la sono creata e me la creo una vita dopo l’altra. Quella che oggi mi ritrovo non dipende da enti esterni a me, da scelte governative o altro: dipende da me!, anzitutto dalla libertà che ho esercitato nella vita precedente.

E anche i genitori ce li scegliamo noi?

Ho trovato belle e semplici spiegazioni della controversa «scelta dei genitori». Non vi dico le infinite, benefiche discussioni con mio figlio quando facevo riferimento a questa particolare comunicazione dell’antroposofia. «Come posso aver scelto mio padre che mi ha così tanto picchiato?», e troviamo anche possibili spiegazioni – finalmente! – della teoria cosiddetta “edipica”, definita dilettantesca nella conferenza intitolata Salute e malattia.

Bullismo e odii

Volete trovare le radici dell’odio, dell’antipatia e del pettegolezzo che serpeggiano tra le persone, ma che vengono anche volontariamente alimentate come se fosse cosa buona dalle nuove entità educative? Troverete rivelazioni sorprendenti che danno un senso più compiuto e comprensibile anche a quel che ci troviamo davanti: anzitutto dentro di noi (se reggiamo la vista), nel vicino di casa o dalle platee televisive. Il tutto è più chiaramente riassunto nel titolo della quarta conferenza: «L’amore porta gioia e apertura, dall’odio nascono avversione e ottusità», a p. 85. Ebbene sì, quel che c’è ora, è stato seminato in passato. Ma questo lo sapeva già l’Oriente. Il come sia stato seminato lo aggiunge Steiner e mi dice qualcosa che mi aiuta ad andare verso il futuro! …Voglio diventare sempre più ottuso? Basta dare libera stura all’odio e lo diverrò. Invece…

Miei cari amici

«Supponiamo che un uomo compia, in una vita terrena, azioni fondate sull’amore, azioni pervase d’amore. Ebbene, ciò rimane nella sua anima come forza. […] Nel passaggio tra la morte e una nuova nascita avviene una metamorfosi tale per cui l’amore emanato in una vita terrena, nella successiva si trasforma in gioia che scorrerà verso di lui». p.90-1

Lo ripeto. Una vita in chiave d’amore ha come conseguenza, in un circolo virtuoso, gioia che mi viene dal mondo!

Ulivi con cielo giallo e sole - V. Van Gogh

Peraltro, in una metamorfosi successiva (cioè la vita dopo ancora) quella gioia si trasformerebbe nel fondamento per quella disposizione dell’anima grazie alla quale siamo in grado di comprendere il mondo.

Ci avete mai fatto caso? Ogni conferenza di Steiner comincia con «Miei cari amici!». Mi immagino che questo saluto possa essere il miglior presupposto, affinché chi udiva allora (o noi che leggiamo ora) potesse accogliere tutto quel che seguiva con mente aperta, capace di comprendere!

Buona lettura quindi, care amiche e cari amici!

Una lettrice