Il Centro Antroposofia ETS. Settimana dal 15 al 21 dicembre 2025 – La prova dell’Aria

Ciurlionis, Capricorno, 1907
Mikalojus Konstantinas Ciurlionis, Capricorno 1907 tempera su carta

A portare luce dello spirito nella notte invernale del mondo
tende beato il pulsare del mio cuore
affinché i semi dell’anima, rilucendo
radichino nei fondamenti universali
e affinché la Parola di Dio nell’oscurità dei sensi
pervada di suono tutto l’Essere, trasfigurandolo.

Gentili amici,

la traduzione qui sopra serve a tener presente il percorso – anche questa volta è lunghetto e potrete leggerlo in Rubrica -, la sequenza dei movimenti creativi, tutti luminosi, del versetto 37

Si apre con un bel salto!, il Calendario dell’animaZu tragen son le prime parole tedesche – perché il 21 dicembre …arriva il Capricorno. Con la sua generosità sacrificale e l’abnegazione nel donarsi, la lungimiranza nel percepire l’avvenire tramite le lunghe corna sensibili alla luce, la calma interiore nell’attesa speranzosa, la disciplina, la concretezza, la fermezza e la determinazione pratica, coraggiosa, nel portare a compimento il suo destino. E non lo ferma nessuno: raggiungerà la sua vetta. Sembra che l’umanità intera un tempo nascesse a Natale come il Divino Bambino: che bello! Ritroveremo tutta questa presenza di spirito, ma Ciurlionis la sintetizza già mirabilmente. 

Il primo moto è un balzo tutto interiore che parte da un beato istinto del cuore ad agire in autonomia, a cor-agere: ecco cosa farò e come lo farò, in tre movimenti. Ma andiamo per ordine. …Perché riempi le mete del tuo lavoro della mia Parola, il sacrificio del versetto 36 nella prova dell’Acqua era ancora generico: va immaginata la meta. Porterò la mia luce spirituale anzitutto, pensando: è questo che saprà fare essenzialmente e quindi solarmente il cuore. Che è quello che “fa” tutto in questo 37. 

…Dev’essere un moto originario quel balzo, coscienziale, come quello che percepì Elisabetta visitata da Maria, che già accennava alla risoluzione del Battista additante l’Agnello. Ecco!: Lui deve crescere, io diminuire. 

…Dev’essere quel che accade a ogni individuo che sta per nascere, di prefigurarsi la sua missione. C’è allora un luminoso quadro mnemonico all’inizio della vita spirituale dopo la morte e ce n’è un altro qui alla fine, cioè prima della successiva, rinnovata, vita terrena (e questo però lo dimentichiamo nelle acque del Lete). 

Allora mi ritrovo lì un mondo, già creato, e migliorabile, che senza la partecipazione della mia anima vivrebbe una vita da zombie (33). Quando torno a nascere ritrovo cresciuto quaggiù tutto quel che ho seminato volitivamente in precedenza insieme agli altri uomini. Ritrovo il mio karma, ma la Filosofia della libertà dal suo lato morale m’insegna che quel che già c’è, seppur necessario, o freddo e morto, è un’occasione per esercitare la libertà del volere. E cominciare, a partire da quaggiù causandolo, a creare un nuovo Cosmo, quello della libertà e dell’amore. 

L’iniziato sembra non sia più spinto a pareggiare il karma delle vite precedenti, pare (Steiner docet) che potrebbe tranquillamente “sedersi” e non fare più nulla… ma da bravo spirito libero, lui vuole!, amare il suo karma in libertà, con buona volontà. Anzitutto conosce quel che c’è da fare per lui e lo fa. Mosso da nient’altro che dalla presenza di spirito, dalla libertà che vige nella sfera spirituale. Ecco la prova dell’aria: nella vita si presentano a noi delle situazioni nelle quali non vi è nulla che stimoli all’azione se non una forza che si trae da se stessi. Come afferma Iniziazione: «occorre saper prendere con prontezza una risoluzione, perché bisogna fare appello al proprio sè superiore […] dando ascolto in tutte le cose ai suggerimenti dello spirito». 

Allora il mio cuore solarmente tende a irraggiare (luce spirituale, cioè pensa con presenza di spirito, volitivamente) nella notte invernale del mondo, e prova beatitudine nell’immettervi nuova vita. Sono semi dell’anima, vitali e germinali, luminosi, che sapranno radicare nel terreno reso adatto dalla Parola di Dio che risuona in tutto ciò che è (nella corrente terrena dell’Essere). Rendendolo luminoso, quindi “trafigurandolo“. La parola Verklärung significa sia la Trasfigurazione sia chiarificazione o glorificazione: è una manifestazione di luce. Allora: 

la luce dello spirito nel Cosmo invernale, 

il rilucere dei semi d’anima nel terreno 

e la Parola trasfigurante/glorificante l’Essere nell’oscurità dei sensi, 

sono i protagonisti “operanti” questa settimana. 

Oscurità notturna aveva regnato, ma tanta luce si sprigiona nel tempo del solstizio!, tutta in potenza in quell’attimo in cui il Sole si ferma (Sol stetit…) per poi ripartire tornando a crescere. 

Nel mio cuore trovo questo slancio: ma nasce da lui? È farina del suo sacco? Beh se il cuore non è una pompa il Trieb, la pulsione, sarebbe la spinta di tutto il sangue (risorto dai polmoni) che dal vuoto momentaneo del cuore vuole anzitutto riempirlo e poi portare la Parola pervadente di suono a spingersi fin capillarmente nelle periferie del nostro corpo. …Però il cuore nel futuro futuro che ora ci presenta il Calendario questo Trieb se lo darà da se stesso, con la sua muscolatura volontaria, divenendo (non una pompa ma) capace di iniziativa, con presenza di spirito creerà un nuovo cosmos ben ordinato. …E come può accadere questo? Grazie a quel Sangue sceso dalla Croce alla svolta dei tempi, in quel lungo solstizio centrale dell’evoluzione: è Lui che ha riposto nell’organismo della Terra dei semi, innumerevoli germi che la trasfigureranno nel futuro Giove. La Terra divenuta Sole. 

“Giove” sarà il rispecchiamento dell’Antica Luna che corrisponde alla terza settimana di Avvento. “Luna” fu quando gli Spiriti del movimento ariosamente crearono il corpo astrale dell’uomo. Il Prologo del Vangelo di Giovanni lo sintetizza così: In Lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. Il Logos, la Parola creatrice diede la sua vita e questa si fece luce: l’anima di ogni uomo è chiara luce. 

Ma si prova beatitudine nel creare, sacrificandosi, e cosa c’è di più beatificante del …seminare? Del farmi seme, del farmi pane che nutrirà gli altri. Mettendo in ogni seme un intento! ll grano si semina nel freddo e nell’oscurità dell’inverno, si semina ben prima di poter vedere i frutti; il terreno sul quale cadrà… si sa: potrebbero arrivare gli uccelli, la siccità, le spine… Ma si spera sempre, si confida che mettano radici e infine rilucano nella festa, dorata e futura, di San Giovanni. 

Il senso del germe, del Keim, è come quello del fermento del lievito madre – che a partire dal centro del grosso pane lo ricolonizza nei giorni a venire, dopo la cottura. La sua meta è di rendere digeribile e vitale quel pane. Di migliorare il terreno, trasfigurando tutto l’Essere. Come fanno i semi luminosi del Calendario quando radicano e maturano in noi, meditandolo.

Buona settimana a tutti!

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