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Libertà di scelta terapeutica nella prospettiva della Filosofia della Libertà

Rudof Steiner disegno alla lavagna Sezione medica, Goetheanum

Estratto dal convegno «Libertà di scelta terapeutica – la prospettiva scientifico spirituale» del 19 novembre 2017

Intervento introduttivo di Claudio Elli, medico veterinario

Buon pomeriggio a tutti,

tocca a me l’opportunità di aprire il convegno e di collegare questo argomento alla Filosofia della Libertà. In effetti, la Filosofia della libertà è un testo molto “plastico” perché si adatta veramente a qualsiasi argomento. Ormai sono anni che lo utilizzo per aprire o per comprendere meglio qualsiasi argomento o processo si voglia affrontare.

La Filosofia della libertà di Rudolf Steiner venne scritta nel 1894 e vedremo che quell’anno è un anno molto importante perché sul piano fisico, sul piano terreno, stavano avvenendo parecchie cose in contemporanea.

Questa mia introduzione è preparatoria ai due interventi che seguiranno: in effetti sfiorerò alcuni argomenti, ma ad approfondirli saranno i prossimi interventi, ora il mio discorso deve proprio aprire la strada.

Libertà di scelta terapeutica… sarò subito provocatorio: esiste veramente la possibilità di scegliere? O meglio: esiste una terapia che fornisca all’individualità umana risposte sufficienti alle sue esigenze attuali?

C’è un evidente ritardo nello sviluppo della medicina, bisogna ammetterlo, sia di quella chiamata “ufficiale”, che di quelle cosiddette “alternative” o “complementari”. Perché? Perché lo sviluppo della medicina (adesso la tracceremo solo dall’800 in poi, lasciando da parte la medicina antichissima) e lo sviluppo dell’Io umano, sono andati in due direzioni completamente opposte! Dobbiamo essere assolutamente coscienti di questo fatto.

Ci può essere una libertà di scelta, se la terapia che ci viene offerta deriva da medicine che sono tutt’altro che libere? Questa è la domanda principale che dobbiamo porci.

Cosa accadeva alla medicina e all’Io umano, nel periodo che va dal 1848 al 1925? Questa è la domanda di partenza. Cosa accadeva all’Occidente americano e cosa accadeva nella mittel-Europa, a Weimar e su una collina vicino a Basilea, alla sinistra  e alla destra del Reno? Il Reno passa da Basilea.

E da un lato abbiamo… sapete che la Roche viene fondata nel 1896 e che la Filosofia della Libertà viene scritta nel 1894? E sapevate che la Ciba, sempre a Basilea, viene fondata nel 1859, e la Geigy un po’ prima? E che poi Ciba e Geigy si uniscono e in seguito si fondono con la Sandoz, diventando Novartis?

Quindi a Basilea abbiamo Roche e Novartis su una sponda del Reno; dall’altra parte invece… vedremo cosa veniva fondato più o meno nello stesso periodo.

Stabilimento RocheStabilimento Roche

Andiamo a vedere cosa accadeva in America, perché tutto parte da lì. Rudolf Steiner aveva già previsto questo tsunami che sarebbe arrivato in Europa e aveva cercato di arginare questo processo.

Nel 1847 a Philadelphia, presso l’Accademia di Scienze Naturali, nasce l’AMA, Associazione Medici Americani. Nel 1848 inizia l’attività dell’Associazione che cerca di riconoscere alcuni precisi contenuti scientifici della medicina, in modo tale da ottenere una medicina di un certo colore, piuttosto che di un altro.

È da lì che vengono stabiliti i criteri per discernere ciò che è valido da ciò che non lo è.

Nel 1906 l’AMA pubblica il Medical Educational Directory per tutte le scuole di medicina. Se le scuole volevano essere accreditate, dovevano mantenere certi criteri nelle loro modalità di espressione; in caso contrario non potevano essere ammesse. Questo è un passaggio epocale, perché fino a quel momento – fino alla metà dell’800 – la medicina era ancora considerata un’arte terapeutica: bastava avere un talento e una certa facoltà per poterla esercitare.

In quel periodo nasce anche la prima industria chimica farmaceutica, la Big Pharma. Il nome già ci dice di cosa si tratta … Si esce quindi dal campo dell’erboristeria, e la produzione dei rimedi che devono essere utilizzati per la salute umana incomincia ad essere industrializzata.

Più o meno nello stesso periodo nasce anche la batteriologia; è l’epoca di Pasteur e anche di un tale Antoine Béchamp – che è passato quasi inosservato.

Tutti si ricordano di Pasteur, ma Béchamp… non voglio fare dietrologia, ma capite la differenza tra uno che sostiene che le malattie sono causate dai germi e l’altro che sostiene: «No, quello che è importante è il terreno dove questi germi crescono»?

Antoine Pierre Jacques Béchamp e Louis Pasteur

Antoine Béchamp e Louis Pasteur

Troviamo anche un terzo personaggio importante, di nome Claude Bernard, che completa il percorso sul terreno dove i batteri si sviluppano, arrivando a dire che i batteri si sviluppano e diventano patogeni se il terreno dove crescono glielo permette. Capirete che quest’idea è stata bocciata fin dall’inizio, perché avrebbe creato subito dei grossi problemi, e non solo ideologici… Voglio fermarmi qui, e che ognuno faccia le sue considerazioni.

Vediamo come la sfera economica inizi già ad intromettersi: allunga i suoi tentacoli e determina lo sviluppo e la selezione delle teorie scientifiche più o meno accreditate.

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Nel 1910 l’AMA, insieme a dei finanziatori, chiede ad Abraham Flexner di fare una ricerca per innalzare il valore qualitativo dell’assistenza sanitaria.

Ma in ogni cosa che viene fatta c’è sempre la parte luminosa e la parte oscura. La parte luminosa è che sicuramente bisognava uscire da una situazione in cui ognuno poteva dire: «io ho un talento terapeutico e curo la gente». Era l’ora di mettere veramente un freno a tutto questo; però capite che per innalzare il valore qualitativo, si è poi scivolati nell’esasperazione di questa modalità di proporre la medicina – in cui la sfera economica pian pianino si è appropriata della medicina.

La Fondazione Rockfeller e JP Morgan insieme all’AMA finanziano questa ricerca, che arriva a prendere in esame più di 155 scuole. Quell’indagine ha valutato i vari metodi di insegnamento utilizzati nelle diverse scuole, allo scopo di impostare e preordinare un sistema standardizzato della medicina.

Ecco che la medicina inizia a fare un percorso di omogeneizzazione, in antitesi al percorso di individualizzazione dell’uomo.

Prima del 1910 (prima di questo rapporto Flexner) le medicine alternative, quelle della tradizione, venivano chiamate “antiche”, e quindi la formazione dei medici veniva effettuata all’interno di particolari tirocini.

Erano i medici stessi che facevano tirocinio, permettendo ad altri di imparare quest’arte.

Pochi sanno che in quell’epoca negli USA c’erano più di 650 tipologie di scuole di medicina. C’era veramente un pluralismo, una varietà di offerta incredibile! Dunque quell’indagine si proponeva con lo scopo dichiarato di unificare la medicina in un unico sistema per innalzarne il valore, ma permetteva al tempo stesso di esercitare un controllo.

In quello stesso periodo incominciano ad emergere anche i primi brevetti sui farmaci, e mentre l’elemento industriale si sviluppa, la medicina viene omogeneizzata, omologata. A seguito del rapporto Flexner, l’AMA ottiene il controllo assoluto della medicina. Si instaura un monopolio terapeutico, con l’eliminazione della concorrenza nella formazione dei medici.

Il passaggio è cruciale: i finanziamenti vengono concessi solo in certi tipi di scuole, provocando così la scomparsa delle moltissime altre esistenti. Infatti, tutte quelle che avevano un indirizzo diverso dal programma dell’AMA, dovevano chiudere per l’enorme riduzione delle iscrizioni.

Le scuole di omeopatia, di chiropratica (i chiropratici furono condannati per ciarlataneria) e di fitoterapia sono costrette a chiudere. Nel 1925 più di 12.000 erboristi devono concludere la loro professione. Inizia la fase persecutoria. Delle 22 scuole di omeopatia ne rimangono solo due, e poi, nel 1950, anche le ultime due che avevano resistito devono chiudere definitivamente.

Le proposte di medicina passano da 650 a 50.

Il rapporto Flexner chiude il capitolo in modo definitivo, e con questo termina la storia che possiamo definire “umanistica” della medicina. La medicina non è più dell’uomo; è diventata aziendale ed è stata trasformata in meccanismo di profitto. La medicina in Occidente è stata fagocitata da un oligopolio chimico-industriale- bancario.

Abraham Flexner

La situazione attuale è ancora più inquietante, perché gli oligopoli si sono infiltrati anche a livello di governi e di istituzioni, non più solo a livello industriale. Arrivano anche alla sfera giuridica, che viene meno ai propri principi; lo si approfondirà meglio dopo. Capite bene che da una triarticolazione, da una tripartizione sociale, si comincia a passare ad un monopolio che si riveste di sfera giuridica e di sfera culturale.

«Dobbiamo poterci mettere di fronte all’idea in modo vivente [sperimentandola], altrimenti se ne diventa schiavi» [dalla Prefazione alla prima edizione del 1894].

Rudolf Steiner termina la Filosofia della Libertà con questa frase sulla schiavitù. Capite cosa succede a una medicina in cui non si sperimenta quella che in effetti è l’idea che ormai la comanda? Ne diventa schiava. Questa è una frase da meditare a lungo…

Quante ideologie sono nate e hanno reso l’uomo schiavo dell’ideologia stessa, proprio perché non è stata sperimentata fino in fondo? È una frase straordinaria, che ogni volta mi commuove, per la precisione con cui è stata espressa. E dopo aver fatto il percorso di 14 capitoli più uno, Rudolf Steiner conclude con questa frase, drammatica, proprio come se ci esortasse a riflettere: «guardate che le ideologie sono belle… ma attenzione, attenzione: devono arrivare ad essere sperimentate dall’anima, non possono rimanere nella superficialità, se no diventano veramente schiavizzanti».

Restituire la medicina ai medici: questo sarà fondamentale, per avere una medicina a portata di essere umano, a portata di ognuno di noi, e non avere una medicina solo per la specie umana.

Per queste considerazioni – se ci sarà il tempo leggerò alcuni passi del quattordicesimo capitolo – io mi sono riferito a quel capitolo, capitolo pseudo-conclusivo, che è intitolato Individualità e specie, dove veramente Rudolf Steiner distingue con grande precisione ciò che appartiene alla specie e ciò che deve essere dell’individuo.

Abbiamo visto che lo sviluppo dell’uomo è andato verso la direzione opposta, verso l’individualizzazione, mentre la medicina è andata verso una sorta di omologazione, è andata nella direzione della specie, per diventare una medicina per soddisfare la specie uomo. Una medicina omologata, omologabile, con regole unificate, che mal tollera chi esce dal coro. Così è sorta una medicina fatta per curare ciò che di più comune esiste nell’uomo.

Mentre l’uomo è andato verso il tentativo di realizzarsi come individuo, la medicina è stata portata via dalla sfera spirituale, culturale, la sfera in cui Rudolf Steiner mette cultura, arte e religione. La libertà viene collocata da Steiner nella sfera culturale, la sola in cui essa si giustifica.

La medicina, che a quella sfera apparteneva perché era un’arte, è stata “rapita”, ed è stata collocata nella sfera economica, un ambito che non le è affatto congeniale.

L’economia, da oltre cinquant’anni, sta fagocitando la sfera culturale e dettando legge nel comportamento, dove tutto è merce, dove tutto deve essere finalizzato al profitto. L’io, il paziente, non è merce, non può e non deve essere mercificato.

Nella sfera economica si dovrebbe realizzare l’ideale della fratellanza; si realizza invece la sua contro-immagine, che è la concorrenza. Per la medicina dominante ogni mezzo è lecito per eliminare dal mercato i rimedi dell’antica tradizione, o non convenzionali, negando per prima cosa i principi terapeutici su cui sono basati.

 

Ma guardiamo adesso all’altro versante, quello delle esigenze dell’io umano. Vediamo che mentre in America si prendevano provvedimenti per una medicina di specie – facendola passare per l’unica medicina praticabile e degna di essere considerata scientificamente valida – nel centro Europa, a fine ‘800 e inizi ‘900 (nel 1894), veniva scritta una Filosofia della libertà che rispetta, anzi indica la strada per una realizzazione dell’Io. 

E nel 1911, se ci pensiamo, a Praga si tiene il primo ciclo, anche se non rivolto direttamente ai medici, di fisiologia occulta, in cui Rudolf Steiner dà le prime basi per una medicina per l’Io. Poi, nel 1920, vengono posti i primi germi per una medicina finalmente impostata per i medici.

Dal punto di vista della Filosofia della libertà, Steiner ha tracciato un percorso evolutivo per l’Io umano, dopo che Darwin aveva scritto L’evoluzione della specie. Infatti, Rudolf Steiner nel dodicesimo capitolo della Filosofia della libertà, intitolato Fantasia morale e darwinismo, scrive che questa evoluzione della specie secondo la visione di Darwin non era sbagliata: anzi, era propedeutica all’evoluzione dell’individuo.

L’evoluzione della specie è fondamentale, ma la sua finalità è quella di arrivare all’evoluzione dell’individuo: un cammino durante il quale l’individuo avrebbe dovuto emanciparsi dalle condizioni di specie, senza però eliminare i concorrenti attraverso la lotta per la vita, come invece, purtroppo, è stato poi interpretato.

È un fatto che a Darwin non sfugge; si accorge lui per primo che il libro è stato frainteso subito dopo averlo consegnato alle stampe. Ormai, però, era troppo tardi.

Perché questa evoluzione della specie, dell’individuo, non consiste tanto nell’emergere per affermare se stesso, ma per formare una comunità di spiriti liberi, disposti a collaborare tra loro; questo è quello che viene tracciato. Ma la realizzazione di una comunità di spiriti liberi esula dalle possibilità di comprensione di un pensare razionale analitico, che è quello più usato. La capacità di osservare di questo pensare, che analizza, è superficiale: perciò una comunità di questo tipo, di spiriti liberi, risulta incomprensibile e ingovernabile sia dal punto di vista giuridico che da quello scientifico. Viene vista come anarchia… no, non può esistere sul piano fisico una comunità indipendente: sarebbe la guerra di tutti contro tutti.

Parliamone…! Di guerre ce ne sono a sufficienza, no? La schizofrenia attuale, cosa pretende? Di realizzare una comunità di individualità, degne di questo nome, il cui pensiero e volontà siano sempre prevedibili e comandabili. Lo capite che così i conti non tornano? Siete d’accordo? Questo fa dannare la scienza: «Ma come? Ho fatto una fatica tremenda a standardizzare, e voi? Non ce n’è uno uguale all’altro!». Va in crisi totale, la scienza. Pensi di aver calcolato tutto, e poi ti ritrovi sempre qualcuno che canta fuori dal coro. Che si fa? Allora togliamo questo “soggetto” dalla curva di Gauss, perché è scomodo…

Come può esserci un comportamento uniforme in una società composta da Io? È utopia scientifica. Si sta tentando di far regredire gli Io umani alle antiche anime di gruppo, il cui comportamento era guidato da pochi. Quindi questa medicina è nella volontà “medicina di specie”, ma capite che medicina e individui dovrebbero, per essere compatibili, essere allo stesso livello? Invece, la medicina è andata verso la dimensione della specie e l’uomo se ne sta faticosamente affrancando per poter dire «Io sono».

Gli Io portano in evidenza le loro necessità in modo sempre più accentuato. Una medicina per il gruppo non può essere una medicina valida anche per l’individuo. Non sto dicendo che la medicina di specie non va bene perché, come vedremo in una delle frasi della Filosofia della libertà, l’uomo non è né solo specie né solo individuo: è tutt’e due le cose. Ci vogliono tutt’e due, ma bisogna distinguere e precisare quando è necessaria la medicina di specie e quando quella dell’Io – e non soffocare la medicina per l’Io, cercando di rendere la medicina di specie valida per ogni Io.

Rudof Steiner disegno alla lavagna Sezione medica, GoetheanumRudof Steiner disegno alla lavagna Sezione medica, Goetheanum

Qui arriviamo al punto dolente. La scienza medica non insegna all’individuo etico a sviluppare un organo di senso capace di percepire l’Io altrui, da utilizzare durante la visita medica. Infatti, come medico, devo essere capace di percepire questo Io dell’altro, e non limitarmi a ricavare dei dati, che eventualmente si discostano dalla media della specie, per poi intervenire con una medicina della specie resa valida per ogni Io.

Questo significa intervenire per riportare il paziente all’interno del range della specie, per riportarlo nei parametri del gruppo.

La medicina per l’Io non è stata ancora messa a punto. O meglio, Rudolf Steiner ha indicato, già nel secolo scorso – nel 1920 – la modalità per cominciare a metterla a punto. Tramite questo metodo, la medicina deve tornare a far parte della sfera culturale, religiosa, artistica: la sfera della libertà.

Se vuole essere praticata in modo degno per un essere umano che sta faticosamente cercando di realizzare se stesso affrancandosi dalla specie, la medicina deve avere la possibilità di non essere solo per la specie, ma anche per l’individuo. Restituire la medicina all’uomo, nella sfera della libertà; restituirla ai medici; preparare i medici a saper esercitare una medicina adatta allo Spirito del tempo – e ora non entro nel merito di chi sia lo Spirito del tempo. Il che vuol dire praticare una medicina dall’Io per l’Io.

La scienza dello spirito deve tornare all’uomo, dopo essere stata posta al servizio dell’economia. Rudolf Steiner chiama l’economia “la grande tiranna”. La tirannia dell’economia dev’essere fermata dall’Io, che deve impossessarsi di se stesso; nell’ambito terapeutico l’Io è l’unico strumento per la sua propria salute.

La salute dell’Io non può essere gestita dagli altri; la medicina deve trovare la sua libertà e il suo sviluppo per essere una proposta molteplice per la salute umana. Una proposta di libertà in cui solo per libertà ci sarà la possibilità di trovare la propria cura.

Soltanto una medicina che uscirà dalla dimensione della terapia di massa, voluta dalla sfera economica, potrà entrare a pieno titolo nella terapia dell’Io e potrà superare questa grande seduzione, in base alla quale la professione medica debba essere usata come strumento dell’Io.

Solo così si può uscire dalla tirannia dell’economia, perché la terapia individuale non è per i grandi numeri e non può risultare interessante per la sfera economica. Il passo è lungo e difficile, però varrà la pena, se s’instaurerà un’alleanza tra le coscienze dell’Io: Io terapeuta, Io paziente, Io farmacista. Questa è la tripartizione minima necessaria per cercare di fermare l’egemonia dell’economia.

Se questi tre Io non s’incontreranno, se questa piccola comunità di Io, di spiriti liberi non si formerà, la libertà di scelta terapeutica rimarrà un’utopia.

Se due o tre piccoli Io si incontreranno nel Suo nome, nel nome dell’Io sono uno spirito libero, potranno dar vita a una medicina del futuro, dell’Io per l’Io. Solo con questa piccola comunità ci potremo liberare dalle proposte di soluzione di massa che ci vengono date. La malattia è un’opportunità di crescita e non ce la devono massificare. La mia malattia è la mia malattia, ho bisogno di un medico che me lo dica e che mi aiuti a capire per poterla affrontare, per poterla utilizzare per il mio futuro. Non ho il mal di testa uguale a tutti, ma ho il mio mal di testa. Quindi, non una medicina che è in grado di risolvere solo i problemi della specie – pur necessari –, ma anche quelli dell’Io. 

Solo così si potrà uscire veramente dalla dipendenza della specie, dal farmaco della specie.

gruppo alla Sezione Medica della Libera Università, GoetheanumGruppo alla Sezione Medica della Libera Università, Goetheanum